Italia, Sacchi: "La nostra Nazionale non può temere la Norvegia. Acerbi? Brutto episodio"

"Siamo l’Italia, non possiamo aver paura della Norvegia, sennò tanto vale che restiamo a casa...". Parla così a La Gazzetta dello Sport l'ex ct azzurro Arrigo Sacchi in vista della gara che venerdì sera andrà in scena ad Oslo: "Haaland? Se loro ne hanno uno molto bravo, noi ne dobbiamo avere undici. Mi sono spiegato? Il problema non è Haaland, ma siamo noi: dobbiamo giocare “di squadra”, dobbiamo cominciare a interpretare il calcio come espressione di un collettivo e non di un singolo".
La storia ha un peso, ma non scende in campo. "Non è vero. I giocatori, se adeguatamente educati, sanno di rappresentare una delle nazionali più vincenti del pianeta, e questo in campo si dovrebbe vedere. Questo atteggiamento ci potrebbe dare quel surplus di autostima fondamentale".
Qual è, oggi, il principale problema dell’Italia? "La mancanza di uno stile nel calcio italiano e, di conseguenza, la mancanza di uno stile di gioco della Nazionale. Spalletti, che è bravissimo, fa i salti mortali. Ma cosa può inventarsi se alcuni elementi giocano con la difesa a quattro, altri sono abituati a un centrocampo che non fa pressing, altri ancora conoscono solo i principi di catenaccio e contropiede? Il ruolo del ct, credetemi, è davvero complicato, e ve lo dice uno che lo ha provato sulla propria pelle".
Del caso Acerbi che idea si è fatto? "Brutto episodio. Non si può rifiutare la convocazione in Nazionale. Tu, quando vesti la maglia azzurra, rappresenti una nazione intera, un popolo. Questo rifiuto vuol dire che Acerbi considera la chiamata in Nazionale come una questione personale, e mette la sua persona davanti agli interessi del collettivo. Una situazione che mi ha dato un forte dispiacere".